urban@it 2023
Centro nazionale di studi per le politiche urbane
Linee di indirizzo del comitato scientifico per il futuro di Urban@it nella transizione urbana, “green” e digitale
Questo documento raccoglie alcune riflessioni a valle del secondo triennio di attività di Urban@it e propone alla discussione le linee di indirizzo per il prossimo, in continuità con il lavoro svolto e le riflessioni contenute nel precedente documento “Urban@it 2020”.
Linee di lavoro per il futuro di Urban@it: le proposte del comitato scientifico
Il punto di forza di Urban@it, rimasto costante dall’inizio delle attività, è quello di ibridare il profilo di un’associazione scientifica con quello di un think tank aspirando di fatto ad influenzare le decisioni pubbliche, a partire da una chiara proposta di policy, ovvero “far salire” il tema urbano nella politica.
Lo storytelling dell’associazione mostra come le attività, il ruolo di alcune voci pioniere, nonché l’impatto dell’editoria e della comunicazione nel discorso pubblico, abbiano segnato tappe importanti per la storia di urban@it, contribuendo più in generale al sensemaking delle politiche pubbliche per le città in Italia.
La risorsa più importante di Urban@it in questo solido percorso, è stata la capacità di rispondere in maniera adattiva, innovativa, efficace (anche se e a geometria e geografia variabile), alle sfide della politica e delle politiche urbane, alla natura mutevole di una crisi che ormai è diventata condizione ordinaria di governo.
È questa risorsa che è necessario mobilitare sulle soglie di un nuovo triennio di attività e nel cuore di una transizione epocale (verde, digitale, climatica) per le città e gli ambienti di vita, con l’obiettivo di individuare linee di intervento (culturale, scientifico, tecnico, politico, operativo) di policy making e sua implementazione.
Situazioni di contesto e condizioni di lavoro
Per muoversi in questa direzione è importante riflettere insieme su cosa stia cambiando, individuando situazioni di contesto (in cui Urban@it si trova ad operare) e condizioni possibili e necessarie di lavoro nel campo delle politiche.
Le situazioni di contesto sono nuove e sfidanti; sicuramente portano a fare i conti con la pandemia e più in generale con le sfide e i rischi derivanti dalla crisi climatica.
La mobilitazione planetaria di fronte alla pandemia ha evidenziato l’urgenza dell’azione di policy ai diversi livelli istituzionali; ha anche mostrato la necessità di lavorare in un quadro strategico coerente tra livelli e organizzato nel tempo con azioni a breve, medio e lungo periodo, in cui il ruolo dello stato si è rivelato fondamentale: “senza un pubblico efficiente ed efficace, senza le istituzioni, il mercato non è in grado di garantire la salute e la sicurezza dei cittadini, né di produrre beni pubblici fondamentali, tra i quali lo spazio”.
La domanda è chiara: serve un policy making innovativo, efficace, multilivello, multiagente, collaborativo e strategico. Urban@it può contribuire a questo obiettivo rinforzando un ruolo riflessivo e critico, in una prospettiva di ricerca e sperimentazione che diventa necessaria in una fase di forte transizione e incertezza radicale come quella che stiamo attraversando. Può trovare una dimensione rinnovata di “invisible college” (per riprendere l’efficace espressione suggerita da Marco Cremaschi), questa volta forse più “visible”, per aiutare a decifrare e ri-organizzare i materiali offerti dal contesto e quindi fornire strumenti per sperimentare nuove “azioni” di policy. L’obiettivo è quello di riflettere sulle possibilità di reframing delle politiche urbane (oltre le retoriche), da un lato evidenziando limiti e contraddizioni di politiche mainstream, dall’altro offrendo indirizzi per: l’innovazione del policy making come esito di processi di apprendimento e intelligenza collettiva per garantire i diritti fondamentali (alla casa, alla salute, al movimento, alla “prosperità”); il networking strategico per l’innovazione territoriale nell’implementazione delle politiche di governance alla convergenza tra molteplici cambiamenti.
In questo momento di grande cambiamento, emerge infatti la necessità di riformulare gli strumenti delle politiche che sono stati consolidati nel corso di molti anni, ovvero l’insieme delle routine a cui siamo abituati: per usare l’esempio di Francesco Lanzara, i sentieri e i ripetuti cammini che hanno avuto successo nel “bosco” e che ci hanno fatto trascurare le altre innumerevoli risorse del contesto per uscire dal bosco quando il sentiero consueto non funziona più. Nel tempo breve Urban@it può aiutare le istituzioni a mobilitare e praticare “capacità negativa”, ovvero la capacità di ‘essere’ nell’incertezza, restando impassibili di fronte all’assenza o alla perdita di senso, senza volere a tutti i costi e rapidamente pervenire a fatti o a certezze, cogliendo di contro le potenzialità di comprensione e di azione che queste situazioni portano con sé.
In un tempo più lungo Urban@it può dare un contributo per aiutare i policy makers a disegnare politiche di preparedness. Come si legge nella lettera aperta del DASTU del Politecnico di Milano, “la preparedness di fronte all’incalcolabilità dei disastri che la crescente instabilità sociale, politica economica ed ambientale ci propongono, può essere il modo, anche per le città e nei territori, che possiamo darci di pianificare non la soluzione, ma almeno la costruzione di una capacità di reazione anche di fronte alle cose che non sappiamo di non sapere”. È una direzione tracciata che ha bisogno di un grande lavoro di ricerca e azione sui territori per elaborare strumenti di politiche “usable”, a cui gli studiosi di Urban@it possono contribuire in prima linea.
Si tratta di una prospettiva apertamente evocata nel dibattito degli ultimi mesi da Ota de Leonardis, Alessandro Balducci (Balducci, Chiffi, Curci, 2020), Valentina Orioli e Giovanni Laino nel position paper “Rinnovare le politiche urbane per attraversare il passaggio d’epoca”, Gabriele Pasqui e molti altri di noi in numerosi interventi, che diventa fondamentale nel contributo alla costruzione di una nuova generazione di politiche pubbliche alle prese con l’incertezza radicale (“coping with uncertainty in policy making” per citare un noto articolo di Karen S. Christensen).
Le condizioni possibili e necessarie di lavoro nel campo delle politiche sfidate dalla crisi, ci chiamano a un dialogo più articolato con le istituzioni locali, nazionali e internazionali (sia a livello europeo che globale), ma anche a un rinnovamento nell’organizzazione interna di Urban@it che deve diventare occasione di riflessione collettiva. La crisi pandemica ci sollecita in particolare a lavorare sul crinale tra istituzioni locali e internazionali collaborando a un laboratorio di idee e sperimentazioni che travalica i confini istituzionali e geografici per affrontare temi urgenti, spesso comuni, che richiedono un apprendimento collettivo, strategico e inclusivo da parte delle istituzioni e una più efficace pratica di policy transfer (ricerca e innovazione delle pratiche e viceversa) per l’elaborazione di risposte situate rispetto alla specificità dei luoghi in cui “atterrano”.
Se un approccio ispirato al “possibilismo” di Albert O. Hirschman, più volte evocato da Alessandro Balducci è sempre stato un cruciale invito per le politiche sfidate dalle crisi, in questo momento rivela la sua precipua efficacia portandoci a riflettere su come riconoscere i cambiamenti possibili in un dato contesto e in situazioni di estrema complessità, mobilitando una propensione alla ricerca di razionalità nascoste o interpretazioni di impostazioni locali che a prima vista potrebbero essere contro-intuitive, così come una apertura verso lo sconfinamento (il trespassing) tra molte scienze e discipline.
In questo senso Urban@it potrebbe compiere un’altra transizione importante, in questo caso da piattaforma applicata sulle città a laboratorio di politiche possibili per le città, basato su un approccio strategico, collaborativo e inclusivo in grado di progettare opportunità di sviluppo insieme a molte comunità di conoscenza, valorizzandole, collegandole in rete, creando così le basi per un esercizio virtuoso di preparedness nella pratica di policy.
Indirizzi e possibili linee di azione: “future search conference” per Urban@it
Crisi e pandemia possono quindi diventare una grande opportunità (il “momenutm”) per una radicale azione di urban@it a diverse scale di efficacia. Il percorso verso questo obiettivo è complesso e probabilmente lungo.
Tuttavia, un grande impegno collettivo è possibile proprio a partire dalle risorse e dal capitale sociale, relazionale e cognitivo che Urban@it ha costruito in questi anni.
È importante riconoscersi in una comunità che nel pluralismo delle idee e delle visioni, converga sulla necessità dell’azione e discuta insieme dei tanti modi di intervenire in un processo di mutuo apprendimento come risposta alla crisi.
Per queste ragioni è importante ritrovarsi in un evento interattivo per discutere del futuro di Urban@it (una rivisitazione di una “future search conference”) a partire da alcuni indirizzi e linee di azione che sembrano oggi possibili proprio grazie al lavoro inteso degli anni scorsi, ma che devono essere condivise e messe in tensione nel confronto tra prospettive di ricerca e di azione diverse, per arrivare pronti alle sfide della transizione urbana, “green” e digitale.
- Urban@it diventa un “visible college” che lavora come un laboratorio di politiche possibili per le città ingaggiato nella riflessione critica sulla nuova generazione di politiche pubbliche alle prese con l’incertezza radicale. Riflette in una prospettiva di ricerca e sperimentazione in una fase di forte transizione e incertezza radicale e offre indirizzi per: l’innovazione del policy making come esito di processi di apprendimento e intelligenza collettiva per garantire i diritti fondamentali (alla casa, alla salute, al movimento, alla “prosperità”); il networking strategico per l’innovazione territoriale nell’implementazione delle politiche di governance alla convergenza tra molteplici cambiamenti. Urban@it moltiplica l’impegno per divulgare le proprie riflessioni e accompagnare o innescare azioni di policy, attraverso l’editoria (che nel nuovo progetto offre molte opportunità) e iniziative “leggere” che affiancano i rapporti.
- Urban@it rinnova il suo ruolo attivo nel contesto nazionale rivisitando la geografia e il modus operandi dei gruppi di lavoro e dei cluster che ci vedono tutti impegnati direttamente, alla luce delle nuove sfide e dei temi dell’agenda nazionale e internazionale. Valorizza e infittisce l’intervento critico (nell’editoria scientifica e mediatica, con la partecipazione ai tavoli di lavoro nazionali e locali ecc.) sulle scelte della politica nazionale con una particolare attenzione (nel breve periodo) all’implementazione del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Attiva un nuovo osservatorio (dopo quello sulle città metropolitane) per monitorare la risposta delle città alla crisi pandemica e la progettualità delle politiche nella transizione verde e digitale in coerenza con il Green Deal Europeo e in dialogo con l’iniziativa dell’New European Bauhaus.
- Urban@it lancia il progetto Urban@eu sulle spalle del lavoro avviato nel primo triennio da Alessandro Balducci, Valeria Fedeli e Walter Vitali. Si colloca nel dibattito europeo sulle città nella crisi e si avvale dei rapporti già costruiti con Eurocities e Anna Lisa Boni (segretario generale). È un progetto che si realizza in due tempi. Nel tempo lungo Urban@it diventa l’attivatore di una rete di centri europei che si occupano di politiche urbane e stabiliscono una interlocuzione sistematica con Eurocities e il JRC (Joint Research Reseach Center ovvero l’EU Science Hub). Nel tempo breve Urban@it promuove un “laboratorio” di confronto europeo sull’implementazione del Next-Generation EU: “Dalle politiche a un’efficace spesa del Recovery Fund (RF) nelle città”. L’idea è quella di costruire indirizzi per indirizzare le città a una buona spesa del RF. L’evento di kick-off potrebbe essere la presentazione di un importante libro in corso di pubblicazione che raccoglie molti autori europei (già terminali di hub di ricerca sulle città) e il contestuale avvio di una “call” per una prima ricognizione sul tema (una ipotesi già preliminarmente discussa con Anna Lisa Boni, Pietro Reviglio e Valeria Fedeli). Un esito importante di questa prima fase di avvio potrebbe essere quello di aiutare le città a proporre un bando ESPON sull’implementazione delle azioni del RF, dando a Urban@it (e alla rete nel frattempo avviata), l’opportunità di partecipare. Parallelamente, sempre grazie alla mediazione di Eurocities, potrebbe partire una collaborazione con l’Istituto Europeo di Fiesole (che si occupa di politiche ad ampio raggio) con cui Dario Nardella (presidente di Eurocities) sta avviando delle trattative. Uno dei rapporti annuali di Urban@it potrebbe essere dedicato al monitoraggio e alla valutazione delle politiche di spesa e intervento del RF nelle città italiane a confronto con quelle europee, accanto ai nuovi canali dell’editoria di Urban@it (la rivista, i libri).
- Urban@it sviluppa il progetto Urban@org: dall’Italia al mondo e ritorno, già avviato con ASviS e con la RUS, grazie alle iniziative di Walter Vitali, Nicola Martinelli, Daniela de Leo e molti altri, per contribuire al dibattito e alle azioni relative alla sostenibilità nelle politiche e più direttamente al lavoro per Agenda 2030. Un percorso che ha visto un importante impegno di Urban@it e un’ottima interlocuzione con le istituzioni ministeriali e internazionali, nonché una strada importante per il fund-raising finalizzato alla ricerca per le città.
Come lavoriamo: alcuni spunti
Lavorare su queste 4 linee di azione richiede l’impegno attivo di tutti gli organi e i membri di Urban@it su quattro ambiti:
- Allargare le collaborazioni di Urban@it con soggetti analoghi.
- Rinforzare il rapporto con l’Advisory Board oltre al contributo dei singoli componenti, eventualmente coinvolgendo nuovi membri con riferimento alle nuove sfide.
- Individuare una Task Force per il fund-raisingfund-rising (progetti, accordi ecc..).
- Individuare una Task Force sul piano di comunicazione delle attività di Urban@it. Nella congiuntura attuale è importante consolidare questo settore per garantire una maggiore visibilità al centro e rendere più esplicita la specificità (unicità) della nostra mission.
- Aprire una finestra tematica sul PNRR e in generale sulle iniziative relative alla risposta alla pandemia (raccogliendo documenti, iniziative ecc…) come hanno molti centri e associazioni.
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