Le città sono il luogo in cui si attuerà (o non attuerà) il nuovo sviluppo sostenibile: per ridurre le disuguaglianze e aumentare il benessere sociale. Le comunità urbane e le loro amministrazioni sono il soggetto che avvierà (o non avvierà) le trasformazioni necessarie sul piano ambientale, sociale ed economico. La rigenerazione urbana e delle comunità, la rinascita culturale, i “buoni governi”, nel nostro Paese sono sempre iniziati dalle città. Per essere oggi nuovamente all’altezza di questo compito “storico” occorrono risorse, competenze e volontà di innovazione.

Risorse: nei prossimi anni saranno disponibili risorse nazionali ed europee in misura senza precedenti; il “portafoglio” di questi miliardi di euro non può essere solo nazionale e regionale; l’idea di centralizzare la spesa pubblica a scapito dei bilanci comunali è stato un grave errore. I fondi europei vanno investiti (non semplicemente distribuiti) su progetti coerenti con gli obiettivi di sostenibilità fino ai territori. Indebitare le prossime generazioni senza creare ora valore aggiunto è la cosa peggiore che si possa fare: per creare valore è necessario favorire la nascita di nuove imprese e nuovo lavoro.

Competenze: ci sono sia dentro le amministrazioni che nelle comunità le competenze utile e necessarie a realizzare un “nuovo modello di sviluppo sostenibile”; è indispensabile saperle individuare, coinvolgere, valorizzare e incrementare. Più competenze significa creare ancora più valore nell’impresa e nel lavoro.

Innovazione: l’innovazione delle città è tecnologica ma non solo tecnologica, è necessaria una innovazione dei servizi (a partire da quelli pubblici: sanità, scuola, trasporti, assistenza) e una migliore efficienza amministrativa. Anche i percorsi decisionali vanno innovati.

La programmazione economica degli investimenti europei deve essere un momento coinvolgente e partecipato per combinare al meglio risorse, competenze, innovazione e capacità decisionali coerenti con gli indirizzi condivisi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030 (in Italia promossa e sostenuta da ASviS).

In questi mesi difficilissimi si sono fortunatamente moltiplicate le iniziative sociali e culturali di sensibilizzazione e di risposta ai bisogni delle persone e del territorio. Una nuova linfa circola nelle comunità a livello decentrato. Questa energia “sociale” deve, perché ne aumenti l’efficacia, essere organizzata in rete: una rete che si relaziona con i cittadini da un lato e le istituzioni di governo dall’altro per sollecitare maggiore coerenza tra gli indirizzi e le azioni concrete di attuazione. Un percorso dal basso, in attesa e sollecitazione di una più stabile coerenza della catena istituzionale di governo (Stato, Regioni, Città metropolitane, Enti di area vasta, Comuni) che i Sindaci e l’Anci dovrebbero rivendicare con forza.

Il percorso di “sussidiarietà amministrativa verticale” si è arenato da troppi anni. Per restaurarlo occorre dotare di maggiori competenze tecniche i Comuni minori e riattivare un percorso di fattiva sinergia fra loro. Sappiamo, per esperienza, che spesso la cosa più difficile per un sindaco è realizzare un accordo sinergico con il sindaco del Comune vicino. Ma la crisi sistemica in atto richiede la capacità di elaborare progetti con una dimensione territoriale e un’economia di scala più ampie.

Gli ex sindaci firmatari di questo appello esprimono la loro solidarietà ai colleghi che governano i Comuni italiani in questa fase di emergenza e lanciano loro un appello perché le città tornino protagoniste di una necessaria rinascita del Paese.

Roberto Balzani (Forlì)                                                  Enzo Bianco (Catania)

Gianfranco Burchiellaro (Mantova)                          Enrico Campedelli (Carpi)

Valentino Castellani (Torino)                                      Massimo Cialente (L’Aquila)

Sergio Cofferati (Bologna)                                            Paolo Corsini (Brescia)

Alessandro Cosimi (Livorno)                                       Simeone Di Cagno Abbrescia (Bari)

Leonardo Domenici (Firenze)                                     Marco Doria (Genova)

Marco Filippeschi (Pisa)                                                Daniela Gasparini (Cinisello Balsamo)

Oriano Giovanelli (Pesaro)                                           Marco Mairaghi (Pontassieve)

Daniele Manca (Imola)                                                  Giovanni Manildo (Treviso)

Vidmer Mercatali (Ravenna)                                       Giuseppe Pericu (Genova)

Giorgio Pighi (Modena)                                                 Giuliano Pisapia (Milano)

Massimo Pironi (Riccione)                                           Claudio Pistoni (Sassuolo e Fiorano)

Roberto Pucci (Massa Carrara)                                   Maurizio Roi (Lugo)

Claudio Ricci (Assisi)                                                      Ivo Rossi (Padova)

Nicola Sanna (Sassari)                                                   Gaetano Sateriale (Ferrara)

Walter Vitali (Bologna)                                                  Flavio Zanonato (Padova)

Paolo Zanotto (Verona)

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